I vari Cantoni stanno annunciando risultati d’esercizio per il 2016 generalmente migliori del previsto. Anche il canton Ticino riesce a ridurre il disavanzo di preventivo di una quarantina di milioni. In parte questi risultati sono dovuti a eventi straordinari (per esempio l’utile della Banca Nazionale o gli effetti dell’amnistia), ma in parte anche a contenimenti delle spese e ad aumenti di imposte.
Sono probabilmente i primi sintomi di profondi cambiamenti che si prospettano per le finanze cantonali dei prossimi anni. In ogni caso sono finiti i tempi propizi per riduzioni di imposte o finanziamenti di grandi opere di investimento. Tempi che fino a pochi mesi fa erano nutriti, globalmente, dalla crescita dell’economia, dalle vendite di oro della Banca Nazionale, dalla distribuzione degli utili della stessa, nonché da un inatteso aumento degli utili delle imprese.
Un ciclo che, anche secondo il professor Christoph Schaltegger, docente di economia politica all’Università di Lucerna, sta finendo. Il ritorno a una situazione «normale» potrebbe perciò provocare forti riduzioni di spese e aumenti di imposte. Il prof. Schaltegger cita l’esempio del canton Lucerna: le riduzioni di imposte hanno reso il cantone attraente per famiglie o imprese. Questo ha provocato un aumento eccezionale dei redditi, facendo salire il Cantone nella classifica federale delle risorse, il cui indice serve alla compensazione finanziaria. Lucerna supera così altri Cantoni, che beneficiano della compensazione finanziaria a sue spese.
Questo succede nella metà dei Cantoni che hanno preso parte attivamente alla concorrenza fiscale per attirare attività economiche e hanno così creato un margine negativo nella compensazione finanziaria. Una situazione che non può durare a lungo e deve essere risolta anche per poter mantenere un certo grado di attrattività per buoni contribuenti. Queste considerazioni hanno permesso di affrontare il più vasto tema della compensazione finanziaria fra Confederazione e cantoni. Secondo il professore lucernese, i problemi maggiori si riscontrano nella soluzione di problemi comuni, soprattutto nel settore della salute e in quello della sicurezza sociale. Il fatto è che questi problemi, che comportano compiti e responsabilità condivisi e non sono attribuiti con chiarezza a un solo livello istituzionale, provocano talvolta incentivi e soluzioni sbagliati. Questo crea una tendenza a ribaltare i costi in parte al livello superiore o inferiore. Sarebbe perciò necessaria una chiara suddivisione dei compiti. La nuova perequazione finanziaria, adottata una decina d’anni fa, prevedeva questa separazione e avrebbe dovuto applicare il principio di sussidiarietà. Questa suddivisione di competenze e responsabilità non è però riuscita.
Di conseguenza – secondo il professor Schaltegger – sarebbe ora necessario riformare il sistema. La soluzione di compiti comuni, per i quali un organismo dirige e l’altro ne sopporta gli oneri, provoca un blocco operativo e delle riforme. Un esempio probante è quello delle prestazioni complementari alle rendite AVS/AI, troppo basse. Con circa 5 miliardi di franchi oggi l’onere di queste prestazioni è perfino superiore a quello dell’esercito. Cantoni e Comuni non decidono e diventano semplici uffici di pagamento. Le singole competenze andrebbero più chiaramente divise.
Ma anche il problema delle cure della salute ha implicazioni più vaste. Dal 1990 le spese globali dei Cantoni sono aumentate più del prodotto interno lordo. Accanto alla sicurezza sociale, la cui percentuale è salita dal 12 al 20%, le spese per la salute sono quelle con il maggior incremento. Qui non si tratta certo di risparmiare, ma sicuramente di frenare il ritmo di crescita eccessiva delle spese. Una delle maggiori componenti di queste spese è quella per gli ospedali. Qualcuno pensa di privatizzarli, ma il problema è essenzialmente quello dell’efficienza delle cure. Per i cantoni è importante non limitarsi ad assumere i rischi, ma praticare una vera politica ospedaliera. Una politica che tenga anche conto dell’invecchiamento della popolazione e che decida quindi di aumentare l’età di pensionamento, in modo da aumentare i contributi alle opere sociali.
La statistica delle finanze indica che i Cantoni si finanziano principalmente attraverso le imposte sulle persone fisiche. La loro importanza sul totale del gettito varia dal 94% di Appenzello Interno al 64% di Zugo. Solo i Cantoni con grandi agglomerati cittadini come Zurigo, Basilea o Ginevra godono di un gettito delle persone giuridiche superiore al 20%. Fanno eccezione Zugo e il Ticino. Comunque i Cantoni non cerchino di ribaltare oneri su altri e sulla Confederazione: è bene – conclude il professore lucernese – che conservino un buon margine di libertà nelle loro gestioni finanziarie. Essi sono un laboratorio di innovazioni che deve essere rivitalizzato ed è un compito della Conferenza dei governi cantonali.