Chi sostituirà Ueli Maurer

Sono cinque i pretendenti al settimo seggio del Consiglio federale.Ecco le caratteristiche della competizione che terminerà il 7 dicembre
/ 31.10.2022
di Marzio Rigonalli

Manca ormai poco più di un mese all’elezione del successore di Ueli Maurer, prevista il 7 dicembre. Nelle ultime settimane la contesa tra i potenziali candidati è avvenuta soprattutto dietro le quinte. Ciascun pretendente ha cercato di valorizzare il proprio percorso, le proprie qualità e caratteristiche, presentandosi come capace, idoneo, per assumere la carica di consigliere federale. Forse, prossimamente, potremo assistere a degli scontri diretti che consentano di meglio conoscere i candidati e che possano offrire a quei parlamentari ancora indecisi un quadro più completo e suscettibile di aiutarli nella loro scelta.

Da quanto si è visto finora, la corsa al settimo seggio del Consiglio federale presenta tre principali caratteristiche. La prima evidenzia una competizione interna all’Udc e geograficamente limitata alla Svizzera tedesca. I candidati sono cinque, tutti esponenti di primo piano dell’Udc a livello cantonale o federale: Albert Rösti, consigliere nazionale, e Werner Salzmann, consigliere agli stati, tutti e due bernesi; Hans-Ueli Vogt, professore universitario ed ex consigliere nazionale, zurighese; Michèle Blöchliger, consigliera di Stato nidvaldese, e Heinz Tännler, membro dell’Esecutivo cantonale del canton Zugo. Gli altri partiti politici non sono scesi in campo. Riconoscono all’Udc, nella sua veste di primo partito, il diritto di avere due seggi nel Governo. Alle ultimi elezioni federali del 2019, l’Udc ottenne al Consiglio nazionale il 25,59% dei voti, di gran lunga davanti al secondo partito, quello socialista, che ottenne il 16,84%. L’unica formazione che avrebbe potuto lottare per il seggio lasciato libero da Maurer era quella dei Verdi, che non sono nel Governo e, almeno teoricamente, sono l’unico partito d’opposizione. I suoi dirigenti hanno però preferito aspettare le elezioni federali dell’anno prossimo, prima di proporre una loro candidatura, sperando di poter confermare il buon risultato ottenuto nel 2019 e di capitalizzare i buoni risultati cantonali raggiunti negli ultimi anni.

La seconda caratteristica di questa competizione riguarda la presenza femminile. Purtroppo, una sola donna, Michèle Blöchliger, ha avuto il coraggio di lanciarsi. Non è però molto conosciuta e non ha cominciato bene la sua avventura. Dapprima ha mentito, dichiarando di avere soltanto la cittadinanza svizzera, poi ha ammesso di avere anche la cittadinanza britannica. Si è scusata e ha promesso di rinunciare al passaporto britannico. Come è noto, l’Unione democratica di centro è contraria alla presenza di binazionali sia nel Consiglio federale sia nel Parlamento federale. Blöchliger spera comunque di poter dare al suo Cantone un seggio in Consiglio federale. Sarebbe la prima volta. Insieme ad altri quattro Cantoni – Svitto, Uri, Sciaffusa e Giura – Nidvaldo non ha ancora avuto un consigliere federale. In seno all’Udc vi sono però altri nomi femminili più noti, e forse anche più autorevoli di Michèle Blöchliger, che avrebbero potuto candidarsi. Per esempio la consigliera nazionale Magdalena Martullo-Blocher o la consigliera di stato zurighese Natalie Rickli, o ancora la consigliera nazionale sangallese Esther Fiedli, la compagna dell’expresidente dell’Udc Toni Brunner. Per ragioni e ambizioni diverse, queste potenziali candidate hanno però preferito rinunciare.

La terza importante caratteristica deriva dallo scontro che si delinea, soprattuto dietro le quinte, tra la sezione zurighese e quella bernese dell’Udc. Come è noto, queste due sezioni non si muovono sulla stessa linea politica. La sezione zurighese è dominata da Blocher e dai suoi più stretti collaboratori. Ha una forte impronta nazionalista e di chiusura verso l’esterno. La sezione bernese è su posizioni più moderate e più aperte, come hanno dimostrato in passato i consiglieri federali Adolf Ogi e Samuel Schmid. Con l’uscita di scena di Maurer, Zurigo perde il suo rappresentante in Consiglio federale. Fin ora, nella storia della Confederazione, il Cantone è rimasto una sola volta senza un suo rappresentante nel Governo federale, tra il 1989 e il 1995, ossia tra la partenza di Elisabeth Kopp e l’arrivo di Moritz Leuenberger. Zurigo è il Cantone svizzero più popoloso, con la più grande città. È anche la locomotiva economica della Svizzera e nell’ambito della perequazione finanziaria è un importante donatore. La sua presenza nel Governo federale appare dunque più che giustificata, come sostiene il suo candidato Hans-Ueli Vogt. Dal canto suo, il Canton Berna ha già un suo rappresentante, con la socialista Simonetta Sommaruga, e ora presenta due canditati senz’altro validi. Il braccio di ferro tra le due sezioni si protrarrà probabilmente fino al 7 dicembre.

Il gruppo parlamentare Udc farà la sua scelta il prossimo 18 novembre. Deciderà se mettere sulla sua lista due o tre nomi. Opterà probabilmente tra il candidato zurighese, un candidato bernese e l’unica donna Udc che tenta di entrare nel Consiglio federale. Con l’annuncio delle candidature si sono diffusi anche i pronostici. Il candidato che molti danno per favorito è il bernese Albert Rösti. Un po’ per le sue qualità personali di mediatore, propenso a cercare il compromesso e a facilitare il lavoro di gruppo. Un po’ per il suo passato politico, come presidente nazionale dell’Udc dal 2016 al 2020 e come consigliere nazionale, specialista della politica energetica. Rösti vive a Uetendorf, vicino a Thun, ma è cresciuto a Kandersteg, come l’ex consigliere federale Adolf Ogi. I due sono amici e politicamente molto vicini, nonostante la differenza d’età. I pronostici di oggi hanno però un’importanza tutta relativa e vanno accolti con prudenza. Possono essere confermati, ma anche smentiti, da futuri nuovi eventi e non sgombrano il terreno da possibili sorprese.