BNS, utile di 24 miliardi

Grazie al buon risultato del 2016, la Banca Nazionale Svizzera aumenterà la distribuzione a Confederazione e Cantoni. Resta tuttavia anche necessario incrementare i mezzi propri accumulando più riserve
/ 16.01.2017
di Ignazio Bonoli

Preceduti di qualche giorno da quelli calcolati dagli economisti di UBS, la Banca Nazionale Svizzera ha pubblicato i primi risultati provvisori per l’anno 2016. La banca indica un utile d’esercizio di 24 miliardi di franchi, dovuto in particolare a 19 miliardi per le posizioni in valuta estera e a 3,9 miliardi per le rivalutazioni delle riserve d’oro. I risultati definitivi verranno resi noti soltanto il 6 marzo, ma di regola non si discostano molto da quelli provvisori.

Il dato è quindi inferiore a quello valutato dall’UBS, che prevedeva un utile d’esercizio fra i 26 e i 27 miliardi di franchi. Gli economisti della grande banca si basavano sul fatto che il bilancio della BNS si è molto ampliato negli ultimi anni, soprattutto a causa dei forti acquisti di divise estere (in particolare euro) per evitare una troppo forte rivalutazione del franco sui mercati internazionali delle divise. Va però tenuto conto del fatto che anche piccole variazioni tra le rendite degli investimenti in divise estere possono provocare differenze notevoli sugli utili di fine anno.

La notizia sorprende positivamente molti attori della politica e dell’economia. In particolare i Cantoni, che non solo sono i principali azionisti della Banca Nazionale, ma possono contare su un aumento della prevista partecipazione agli utili. Il dividendo per gli azionisti può essere infatti portato al massimo legale di 15 franchi per azione, ma anche la partecipazione straordinaria agli utili può essere aumentata. Probabilmente non raggiungerà il doppio del miliardo di franchi già sicuro, come hanno previsto gli economisti di UBS, ma sarà minore.

Si dovrà però tener conto di alcuni fattori particolari. Intanto è ancora una volta evidente che gli utili della BNS dipendono in larga misura dall’evoluzione dei tassi di cambio sul franco svizzero e sono soggetti a forti oscillazioni. Così, mentre l’esercizio 2015 chiudeva con una perdita di 23,3 miliardi di franchi, il terzo trimestre del 2016 aveva portato l’utile provvisorio a 28,7 miliardi di franchi. Il quarto trimestre ha ridotto di parecchio questo utile, di modo che il risultato finale è quello annunciato di 24 miliardi.

La legge sulla Banca Nazionale prevede anche che questo utile deve innanzitutto essere attribuito alle riserve. Così alla riserva per le operazioni valutarie verranno attribuiti 4,6 miliardi di franchi. Alla riserva per future ripartizioni vengono attribuiti 1,9 miliardi, il che garantisce una prima distribuzione di utili nella misura di un terzo alla Confederazione e due terzi ai Cantoni.

Come si ricorderà (vedi «Azione» del 7.11.2016), lo scorso anno la Confederazione e la Banca Nazionale avevano concluso un accordo che non solo definiva la distribuzione di utili «di base» di un miliardo di franchi, ma prevedeva anche la possibilità di aumentare (o se del caso diminuire) questo importo, con però la possibilità di compensare da un anno all’altro l’eventuale diminuzione, con lo scopo di mantenere la distribuzione regolare di 1 miliardo all’anno.

Quest’anno, per la prima volta, dal momento che la riserva per la distribuzione di utili supererà i 20 miliardi di franchi, sarà possibile effettuare una distribuzione supplementare. Non si raggiungerà però il miliardo di franchi in più, come anticipato da UBS, ma le previsioni dicono che sarà almeno di mezzo miliardo. L’accordo con la Confederazione – la cui durata è prevista fino al 2020 – prevede infatti che questa distribuzione supplementare sarà possibile soltanto se l’apposita riserva non scenderà sotto la soglia dei 20 miliardi di franchi.

Soddisfatti i Cantoni, una ventina dei quali hanno già inserito nei conti preventivi il contributo della Banca Nazionale, condizionati anche dalle incertezze sulle perdite di gettito fiscale dovute alla riforma della tassazione delle imprese, in votazione il 12 febbraio, nonché da drastici interventi per ridurre la spesa.

La prudenza nel distribuire somme supplementari è dettata proprio dalle forti oscillazioni delle somme di bilancio della Banca Nazionale e dei relativi utili d’esercizio. Per esempio, nel 2015, la BNS aveva subito una perdita record di 23 miliardi di franchi, ma anche in questa occasione la Confederazione e i Cantoni avevano potuto beneficiare della distribuzione degli utili. Questo perché la riserva vincolata aveva raggiunto l’ammontare minimo, grazie proprio all’utile eccezionale di 38 miliardi di franchi realizzato nel 2014. La Banca Nazionale deve anche tener conto del fatto che la cifra del suo bilancio si è molto ampliata ed è vicina ai 700 miliardi. I mezzi propri sono invece di soli 80 miliardi e devono essere aumentati, approfittando dei buoni risultati annuali.