Amazzonia, un viaggio e poi il Sinodo

Vaticano – Papa Bergoglio di nuovo in America Latina: al centro la difesa delle foreste e il sacerdozio di uomini sposati
/ 15.01.2018
di Giorgio Bernardelli

A pochi mesi dal viaggio in Colombia papa Francesco torna di nuovo nella sua America Latina: una settimana tra il Cile e il Perù, per un viaggio che avrà il suo momento culminante venerdì 19 nell’incontro a Puerto Maldonado con le popolazioni dell’Amazzonia. Il primo Papa ad aver voluto dedicare un’enciclica al tema della salvaguardia dell’ambiente (la Laudato Sì, pubblicata nel giugno 2015) farà tappa nel luogo simbolo per eccellenza della corsa al consumo di terra e risorse che sta compromettendo gli equilibri ecologici del Pianeta.

Puerto Maldonado è il capoluogo della regione di Madre de Dios, una delle regioni amazzoniche del Perù, che dopo il Brasile è il secondo Paese per estensione di aree della grande foresta dell’America Latina. Ma Puerto Maldonado è anche uno spaccato interessante delle contraddizioni e delle ferite che l’Amazzonia continua a subire in nome di un modello di sviluppo malato, che depreda inquinando e senza portare vantaggi reali alle popolazioni locali.

Nonostante sulla carta sia un’area protetta, la regione di Madre de Dios ha perso negli ultimi anni 100 mila ettari di foresta. E li ha persi principalmente per il richiamo della corsa all’oro, presente in quantità rilevanti nel suo sottosuolo. Le stime più attendibili dicono che da questo angolo del Perù si estraggono tra l’11 e il 14% delle quantità del metallo prezioso per antonomasia immesse ogni anno sui mercati globali. Ed è un’estrazione che intorno a Puerto Maldonado avviene nell’illegalità più assoluta: sono tuttora i piccoli cercatori d’oro ad estrarre bruciando zone di foresta e utilizzando metodi fortemente inquinanti per separare l’oro dal fango. 

Nella città dei cercatori d’oro, quindi, papa Francesco incontrerà le delegazioni delle popolazioni native dell’Amazzonia, che arriveranno qui non solo dal Perù ma anche dal Brasile e dagli altri sette Paesi su cui si estende la grande foresta. Si calcola che siano oggi circa 900 mila gli indios che la abitano, appartenenti a 240 gruppi diversi, con lingue e culture proprie. Papa Francesco li incontrerà per ripetere al mondo quanto scritto nell’enciclica Laudato Sì e cioè che la violenza commessa nei confronti dell’ambiente va di pari passo con quella che colpisce le popolazioni originarie dell’Amazzonia. Non è solo un’immagine ad effetto: si tratta di una cruda realtà. Anche il 2017 è stato un anno pesantemente segnato dagli omicidi ai danni degli attivisti delle comunità indigene, impegnati in battaglie contro nuove concessioni per latifondi o imprese minerarie o progetti di mega-dighe idroelettriche in Amazzonia. In America Latina negli ultimi anni si è ucciso sempre di più pur di continuare a soddisfare la sete di materie prime a basso costo richieste dai mercati globali.

Insieme alla sua carica di denuncia l’incontro di Puerto Maldonado segnerà per la Chiesa cattolica anche l’inizio di un cammino: papa Francesco ha infatti già annunciato che nell’ottobre 2019 terrà a Roma un Sinodo dedicato specificamente all’Amazzonia. Un appuntamento che avrà certamente al centro la questione della difesa della foresta, ma assumerà anche altri significati per il mondo cattolico. Perché quest’area del mondo è tuttora una delle frontiere missionarie più difficili per la Chiesa cattolica: anche in Paesi cattolicissimi come sono quelli dell’America Latina, gli indios che vivono fuori dalle aree urbane restano un mondo a sé che richiede un’attenzione particolare. Così sta crescendo, ad esempio, il tema della teologia india, cioè un modo di ripensare il cristianesimo che sappia valorizzare anche la storia, le culture e le stesse visioni religiose ancestrali dei popoli dell’Amazzonia.

Dentro a questa sfida si colloca anche la questione dell’ammissione al sacerdozio di uomini sposati, un tema che proprio i vescovi e i missionari che operano in questa regione chiedono da tempo sia posto all’ordine del giorno nella Chiesa cattolica. Dietro a questa richiesta c’è una questione pratica: i preti sono pochi e raggiungere tutti i villaggi nella foresta è una sfida oggi impossibile. Ma sotto c’è anche una questione ben più profonda: per le culture dell’Amazzonia – così legate all’idea della Pachamama, la Madre terra, con la sua fertilità – l’idea del celibato dei preti è semplicemente inconcepibile. E questo ha fatto sì che – nonostante la presenza di missionari, parrocchie, battesimi – le vocazioni indigene al sacerdozio restino una rarità. Ma come è possibile pensare a lungo termine una Chiesa locale se il sacerdozio rimane sostanzialmente qualcosa di straniero?

Non sarà certamente l’incontro di Puerto Maldonado a offrire risposte definitive. Ma nel cammino verso il Sinodo per l’Amazzonia questo tema del sacerdozio anche per gli uomini sposati sarà uno dei nodi centrali. Del resto – per ragioni storiche – è già così nelle Chiese di rito orientale. E non è detto che quella di uniati e greco-cattolici resti a lungo un’eccezione isolata nelle Chiese cattoliche.